Le 10 feste pi famose a New York City

Publish date: 2024-05-16

"New York, New York. Voglio svegliarmi in una città che non dorme mai e scoprire di essere il numero uno, in cima alla lista, il re della collina". Così cantava Frank Sinatra nel 1980. Il motivo centrale della canzone risuona ancora oggi come parte del linguaggio familiare di New York: “la città che non dorme mai”, la mecca di artisti e creativi che, come il protagonista della canzone, lasciano il paese per la vita metropolitana. Se tali definizioni raggiunsero massima popolarità nello stesso giro di anni in cui vediamo Frank Sinatra cantare New York, New York e lo Studio 54 diventare icona della nascente e iper glitterata club culture, la cultura del divertimento ha radici ben più profonde nel suolo della grande mela. Un primo discrimine temporale è segnato dagli anni Venti: prima di allora i luoghi della socialità erano i saloon, i balli organizzati e i vaudeville, ovvero gli spettacoli di varietà. È solo nel primo dopo guerra che si afferma la tendenza alla concentrazione del divertimento notturno in luoghi predisposti: i nightclub.

In Nightclub City: Politics and Amusement in Manhattan lo storico Burton Peretti parla dei nightclub come luoghi in cui “le tradizioni venivano calpestate mentre la modernità prendeva forma”. Le leggi del proibizionismo, le messa al bando dei venditori di alcolici e la Grande Depressione portarono in seguito ad un raffreddamento della vita notturna newyorkese, che per diversi anni dovette adattarsi alla segretezza e alla clandestinità. Gli anni Ottanta furono il secondo momento di rottura: la libertà si fece tangibile, affermando un nuovo paradigma dentro – e fuori – dalle mura dei club. Un’esperienza viscerale, intrisa di glitter, luci al neon e note incalzanti. Musica, moda e arte attingono dalle sperimentazioni di questi anni febbrili. Sono gli anni di Mick Jagger, Liza Minnelli ed Andy Warhol allo Studio 54, di David Mancuso al Loft e Larry Levan al Paradise Garage. Se dal 1897 ad oggi la cultura del divertimento ha visto cambiamenti e rivoluzioni di diversa portata, quel che è certo è che New York non si è mai addormentata.

Le feste più indimenticabili di New York City

The Bradley-Martin Ball, 1897

the great bradley martin ballCulture Club//Getty Images

Il Bradley-Martin Ball, New York, Waldorf-Astoria Hotel il 10 febbraio 1897.

Tenutosi il 10 febbraio 1897 presso il Waldorf-Astoria Hotel di New York, laddove oggi si trova l’Empire State Building, il Bradley-Martin Ball è stato uno degli eventi cardine della prima Gilded Age. Ospitato da Cornelia Sherman, contessa di Craven, e dal marito Bradley Martin, fu uno dei balli in maschera più costosi mai registrati: oltre trecentomila dollari, oggi corrispondenti a dieci milioni. Secondo un articolo del New York Times pubblicato all’indomani della festa, i gioiellieri della città erano rimasti senza merce da esporre perché i partecipanti avevano comprato ogni cosa: quella sera il Waldorf-Astoria Hotel brillava della luce dei diamanti.

The Astor Ball, 1900

Caroline Astor, madre di John Jacob Astor IV – il fondatore del colosso alberghiero St. Regis – ha retto le fila dell’alta società newyorkese negli anni della cosiddetta età d’oro. L’esclusione dal suo circolo sociale significava l’esclusione dall’élite di Manhattan. Difatti, il clou dell’intero anno sociale era l’Astor Ball, il ballo che Caroline Astor organizzava nella sua grandiosa villa, adornata per l’occasione di fiori e di luci. Una particolarità di questa festa era la cena di mezzanotte: le danze si fermavano, i tavolini venivano introdotti tramite un ascensore e piatti prelibati venivano serviti da camerieri abbottonati e con tanto di logo Semper Fidelis – il motto degli Astor.

Circus Ball, 1935

Elsa Maxwell, giornalista di cronaca rosa e socialite, era nota per il suo talento nell’organizzazione di grandi eventi sociali. Vissuta negli anni del proibizionismo, che ebbe un impatto non da poco sul calendario sociale dell'élite cittadina, fu sempre – e straordinariamente – in grado di sostenere le aspettative richieste dal suo ruolo. Il suo Circus Ball del 1935 ne è un esempio: trasformò la sala da ballo del Waldorf-Astoria in un circo, con tanto di acrobati, giocolieri ed elefanti.

Black and White Ball, 1966

masked guestsHarry Benson//Getty Images

Ospiti mascherati Black and White Ball di Truman Capote nella Grand Ballroom del Plaza Hotel, New York City, 28 novembre 1966.

La sala da ballo del Plaza Hotel è stata il palcoscenico di una delle feste più leggendarie che la città abbia mai visto. Si tratta del Black and White Ball, il gran ballo in maschera organizzato dallo scrittore, sceneggiatore e attore Truman Capote. Un uomo di spettacolo completo e perfettamente calato nella scena artistica e aristocratica del paese. Frank Sinatra, Mia Farrow, Audrey Hepburn, Gloria Vanderbilt e la principessa Luciana Pignatelli furono solo alcuni dei suoi ospiti.

The Loft, 1970

Il 1970 segnò il primo appuntamento del The Loft, il locale inaugurato lo stesso anno dal padre della disco music e della prima generazione dei grandi dj: David Mancuso. Le serate del The Loft, ritmate dalle note del soul e del funk allora in voga, funsero da modello ai club che, uno dopo l’altro, aprirono tra gli anni Settanta e Ottanta. La misura della rivoluzione culturale di cui Mancuso fu rappresentante è data ancora oggi da feste a tema e collezioni di moda a lui ispirate, come quella lanciata dalla Maison Louis Vuitton nell’estate 2022.

Studio 54, 1977

Provocazione, trasgressione e dissacrazione. Questi sono i nomi che più si confanno a quel che lo Studio 54 rappresentò negli anni Settanta. Non una semplice discoteca, ma un place to be, un luogo irrinunciabile per chi rappresentava qualcosa – o, quantomeno, voleva darne l’apparenza – nel jet set. "Quella sera tutti noi sapevamo che non eravamo all'apertura di una discoteca ma all’apertura di qualcosa di storico, che avrebbe cambiato la forma del modo in cui la gente viveva o suonava... Non c’erano regole. Sodoma e Gomorra incontrarono la High Street quella notte", racconta il giornalista Anthony Haden ricordando l’inaugurazione del club.

Soul Night al The Mudd Club, 1980

mudd club stage gearAllan Tannenbaum//Getty Images

Ritratto di due clubgoers in costume al Mudd Club, New York, 13 febbraio 1980.

Rimasto aperto per soli cinque anni – dal 1979 al 1983 – in un così breve arco di attività il The Mudd Club si è imposto come un luogo di avanguardia, esclusività e libertà sessuale. Noto per le sue stravaganti feste a tema, come la Soul Night del 1980, il The Mudd Club è presto diventata la nuova casa di Andy Warhol, prendendo il posto prima occupato dallo Studio 54. Reso immortale dai testi di Zappa, i Ramones, i Talking Heads e Nina Hagen, non era solo una tappa immancabile per le star di quegli anni, ma anche un riflesso della loro cultura.

La chiusura del Paradise Garage, 1987

Il 1987 fu l’ultimo giro di valzer per il Paradise Garage. Il tempio della musica house, al numero 84 di King Street, il Paradise Garage è stata tra le discoteche più influenti degli anni Ottanta. Un club esclusivo, per soli membri, dove si esibirono, tra gli altri, Madonna – che qui girò il video di Everybody – i Police, Frankie Knuckles e Jocelyn Brown.

Il party di lancio di Talk, 1999

talk magazine party

Ron Galella, Ltd.//Getty Images

Era il 1999, quando Talk Media e Hearst Magazines, entrambi di proprietà di Miramax, sceglievano la giornalista e redattrice Tina Brown per dirigere la loro nuova creazione, il magazine Talk. Per presentare al mondo la novità, Tina Brown organizzò una festa privata invitando ottocento dei suoi più cari amici presso la Liberty Island, laddove sorge il simbolo di New York per definizione: la Statua della Libertà. Un pic-nic illuminato da oltre duemila lanterne giapponesi, un grandioso spettacolo pirotecnico e ospiti quali Michael Eisner e Kate Moss contraddistinsero la serata.

Il quarantesimo di Diddy, 2009

Tra le feste cui i giornali di cronaca hanno dedicato maggior spazio troviamo il quarantesimo del discografico e imprenditore Sean ‘Diddy’ Combs, che il 20 Novembre 2009 ha spento le candeline nella sala da ballo del Plaza Hotel. Una serata da tre milioni di dollari con tanto di intrattenimento musicale e celebrità quali Jay Z e Denzel Washington.

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